Riflettori sull’agricoltura ad Agrimont 2025, con 30 convegni in due fine settimana

Taglio del nastro Agrimont 2025

Settore strategico per la montagna, in chiave turistica e antispopolamento

Intanto sempre più giovani si dedicano al primario

Per la cura del paesaggio. Per il turismo. Per il contrasto allo spopolamento. Per prevenire le frane. Sono molteplici i valori dell’agricoltura. Ancora di più quelli dell’agricoltura in montagna, autentica protagonista per due fine settimana a Longarone Fiere Dolomiti, dove oggi è stata inaugurata Agrimont 2025, edizione numero 44, che proseguirà anche domani e il prossimo fine settimana (21-22-23 marzo).

«L’agricoltura in montagna richiede sforzi maggiori. Ma è fondamentale per governare il territorio e contrastare lo spopolamento» ha detto l’assessore regionale all’agricoltura, Federico Caner, presente al taglio del nastro. «Per questo l’attenzione della Regione Veneto è sempre tanta per le terre alte, basti pensare che la montagna ha solo l’8% delle aziende agricole venete, ma assorbe il 40% dei finanziamenti regionali in materia».

NUOVE OPPORTUNITÀ DAL CLIMATE CHANGE

Sforzi, ma anche sfide. Quelle date dal cambiamento climatico, che sta spostando sempre più in alto le colture. «Oggi il climate change apre scenari che fino a qualche decennio fa erano impensabili. E questo dà nuove opportunità» ha sottolineato Caner. «È necessario mettere gli operatori nelle condizioni di lavorare al meglio, perché il settore primario è di grande spinta per il turismo, per i prodotti enogastronomici, ma anche per la cura e il contrasto al dissesto. Investire in agricoltura e allevamento significa evitare frane e avanzata del bosco».

LARGO AI GIOVANI

Significa anche investire nei giovani, che sempre più spesso decidono di “sporcarsi” le mani e dedicarsi al primario. Lo testimoniano i dati di iscrizioni all’istituto agrario “Della Lucia” di Vellai («oltre 500 studenti totali, dato significativo» ha detto il senatore Luca De Carlo, intervenuto alla cerimonia inaugurale). Lo conferma la frizzantezza dei giovani aderenti al bando regionale dedicato proprio ai giovani imprenditori: «Su 100 domande, 90 sono arrivate da giovani della montagna» ha spiegato l’assessore Caner. «Tutte le domande verranno finanziate. E il dato è significativo, perché vuol dire che i giovani credono nell’agricoltura di montagna».

«Per mantenere a vivere in montagna i ragazzi bisogna dare loro la formazione necessaria e sbocchi professionali» ha sintetizzato De Carlo, presidente della IX Commissione al Senato (Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare). «E qui siamo sicuri di avere sia formazione sia opportunità concrete di lavoro, perché il primario in montagna è un servizio autentico al territorio, per esempio nel fermare l’avanzata incontrastata del bosco e per tutelare il pascolo d’alta quota, come ha fatto e sta facendo Lattebusche, con strategie a salvaguardia degli allevatori».

IL PROGRAMMA

Con 248 marchi aziendali (provenienti da 13 regioni italiane e 13 Paesi esteri), 17mila metri quadri espositivi di prodotti e attrezzature per l’agricoltura, la zootecnia e il giardinaggio, Agrimont «è la seconda fiera a livello triveneto del settore» ha detto l’amministratore delegato di Longarone Fiere Dolomiti, Giovanni De Lorenzi. «Se Verona è la regina, Agrimont è la principessa. E per il prossimo anno abbiamo già aperto la lista d’attesa per gli espositori che vorranno aggiungersi».

«Abbiamo già oggi espositori provenienti da Austria, Germania, Slovenia e altri Paesi europei ed extraeuropei. L’idea è di allargarci verso il bacino dell’est Europa e del Nord» le parole della presidente della Fiera, Caterina Carrer. «Agrimont è sempre più punto di riferimento del settore agricolo ma anche momento di incontro e di crescita culturale. Quest’anno abbiamo in programma una 30 dibattiti e convegni per approfondire il mondo agricoltura di montagna. E poi è sempre di assoluto richiamo per bambini e famiglie la fattoria allestita all’esterno dei padiglioni».

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