Su il sipario sulla Giornate europea del Gelato artigianale
Longarone Fiere Dolomiti capitale di uno dei prodotti simbolo del Made in Italy
Il 24 marzo si celebra la Giornata europea del Gelato artigianale. Una data importante per Longarone Fiere Dolomiti, che ospita da decenni la Mig (Mostra internazionale del gelato) e che da qualche mese è sede ufficiale di Artglace.
Proprio da Longarone Fiere, qualche anno fa, è partita l’idea della Giornata europea dedicata al gelato, come ha ricordato Paolo Garna, nella conferenza stampa di presentazione delle iniziative per il prossimo 24 marzo.
«Una giornata che quest’anno arriva all’11. edizione e che intende celebrare uno dei prodotti simbolo del Made in Italy, in grado di valorizzare la filiera agroalimentare locale» ha detto Garna. «Ma anche per sensibilizzare le gelaterie artigianali affinché lancino la stagione. Il gelato artigianale muove un business di quasi 1 miliardo di euro l’anno in Italia e questo dimostra quanto importante sia tutelare e promuovere questo prodotto».
La valorizzazione del prodotto artigianale, come sinonimo di qualità, è stata sottolineata dal presidente della Provincia, Roberto Padrin: «Longarone è la capitale del gelato e ne siamo orgogliosi. L’artigianalità che oggi rende il gelato italiano unico al mondo è frutto del know how di gelatieri storici, partiti dalle nostre valli per esportare questa eccellenza in tutto il pianeta».
Ma oltre alla storia del prodotto, la Giornata europea è anche stimolo per perseguire l’innovazione. «Si parte dalla tradizione, per guardare avanti» ha detto il presidente di Longarone Fiere Dolomiti, Michele Dal Farra. E proprio la fiera ha messo in campo tre iniziative per celebrare degnamente la giornata del 24 marzo. «Siamo partiti con la presentazione del gelato al Prosecco all’antica fiera di San Gregorio, a Valdobbiadene. E sempre in quell’occasione abbiamo proposto la degustazione del gusto dell’anno, l’Apfelstrudel. Poi, il 23 marzo, vigilia della Giornata europea, saremo a Venezia, con Regione Veneto e Venice Promex, per una mattinata di racconto del gelato. La giornalista Gaia Padovan di Mediaset condurrà le spiegazioni sulle proprietà nutrizionali di questo straordinario alimento. Poi il 24 in Agrimont (la fiera dell’agricoltura di montagna apre domani, 18 marzo, ndr), in collaborazione con Bellunesi nel Mondo, verrà assegnato il Premio Pocchiesa, ottava edizione».
Quest’anno il premio sarà assegnato a Michelangelo Corazza, storico gelatiere bellunese con l’attività a Vienna, ma anche scrittore. «Ogni volta che finiva una stagione, si metteva a scrivere un libro: ne ha composti circa 50, tutti raccontano le tradizioni, la storia e le vicende della Val di Zoldo, e parlano anche di gelato» ha spiegato Oscar De Bona, presidente dei Bellunesi nel Mondo e past president di Longarone Fiere.
CHI E’ MICHELANGELO CORAZZA
Michelangelo Corazza è certamente una delle personalità più importanti della storia zoldana. Certamente dal punto di vista culturale, grazie alla sua proficua attività di scrittore di montagna, per cui oggi egli riceve questo premio. Nella sua vita ha avuto altresì importanza l’attività di gelatiere all’estero, occupazione lavorativa che ha caratterizzato moltissimi suoi compaesani. L’attività di gelatiere, tipica degli Zoldani così come di molti altri Bellunesi e Cadorini, ha da sempre messo in luce l’operosità e l’onestà di queste genti della terra dolomitica, rendendo onore in tutto il Mondo a queste terre. Nato il 1° gennaio 1945, Michelangelo, ancora da ragazzo, ha intrapreso la strada dell’emigrazione all’estero. Ha iniziato in Germania, in cui ha lavorato per otto anni, passando per città importanti quali Colonia e Muenster. Successivamente si è trasferito per la attività lavorativa stagionale a Vienna. La capitale ex asburgica è entrata nel cuore di Michelangelo quasi come una sua seconda patria. A Vienna, nella sua gelateria nei pressi del castello di Schoenbrunn, Michelangelo ha svolto la sua attività di gelatiere per 50 anni. Pur apprezzando la sua attività di gelatiere, Michelangelo ha sempre conservato nel suo animo, fin da ragazzino, un’altra aspirazione. Il suo più grande desiderio era quello di intraprendere degli studi superiori ed universitari in campo letterario. Tuttavia, le condizioni socioeconomiche dell’epoca e le mancate occasioni materiali, non glielo hanno permesso. Tuttavia, quando una passione è così radicata nell’animo, prima o poi capita, nella vita, l’occasione favorevole che permette di poterla metter in pratica. Spinto ed incoraggiato dell’amico ed allora Sindaco di Forno di Zoldo, Alessandro Bottecchia, Michelangelo, nel 1985, ha deciso di comporre la sua prima fatica letteraria. Un libro intitolato “Così me le hanno raccontate”, in cui ha esposto diverse storie ed aneddoti delle passate generazioni della Val di Zoldo. All’epoca esistevano già pubblicazioni sul passato della valle, ma erano esclusivamente pubblicazioni su importanti e documentati fatti storici. Michelangelo invece, pur rifacendosi alla storia ufficiale, ha voluto invece trattare nello specifico degli eventi e degli aneddoti riferiti a persone comuni della valle, più o meno note, di ogni estrazione sociale e grado di istruzione. Sono proprie queste storie di individui di Zoldo, spesso dimenticate, che da sempre sono al centro di molti libri di Michelangelo. Uomini, donne, bambini, con le vicende della loro vita, intrise di un profondo sentimentalismo e di insegnamenti morali. La produzione letteraria di Michelangelo ha ormai superato i quaranta titoli, un traguardo certamente eccezionale per uno scrittore di montagna. Nei suoi scritti ritornano spesso i bei tempi passati, non tanto per una motivazione puramente nostalgica, ma soprattutto perché carichi di profondi insegnamenti morali, di tradizioni da riscoprire e conservare. Una memoria storica che può essere da esempio anche per le nuove generazioni, che vivono in una società dai tempi più frenetici e da una mentalità più superficiale. Tra le storie raccontate da Michelangelo, particolare importanza hanno quelle legate a personaggi sportivi. Il nostro scrittore è un grande appassionato in particolare di boxe e di sport invernali. Ricordiamo i libri dedicati a due grandi personalità zoldane dello sci di fondo. Camillo Zanolli ed Eugenio Maier, due atleti che ci hanno lasciati negli ultimi anni e che hanno conseguito numerose vittorie nella loro carriera sportiva. Importanti pure i due libri su Alessandro Mazzinghi, campione di boxe ma pure scrittore e cantante. Uno dei due testi, “Pugni amari”, ha conseguito nel 1994 il Premio Bancarella Sport. Vale la pena ricordare come tale premio, tra gli scrittori bellunesi, altre che da Michelangelo, sia stato conseguito solo dal grandissimo Dino Buzzati, con un suo testo sul ciclismo e sul Giro d’Italia. Michelangelo da sempre si è dilettato pure con la poesia. Ottenendo a riguardo diversi premi e riconoscimenti, tra i quali uno da parte dei Circoli Italiani dell’Australia. Uno dei momenti più importanti della carriera letteraria di Michelangelo è stato il giorno 16 giugno 2018. In Val di Zoldo, in tael data, si era tenuto l’89° Convegno del Gruppo Italiano Scrittori di Montagna. Proprio in quell’occasione, gli stata consegnata un’ambita targa di riconoscimento, come premio per la sua attività. La storia dello scrittore Michelangelo è caratterizzata ed arricchita anche da altre prestigiose attività. È stato iscritto per diversi anni all’Ordine dei giornalisti come pubblicista, sue le collaborazioni con giornali quali L’Amico del Popolo, il Gazzettino ed il Corriere delle Alpi. Capogruppo della sezione Alpini della Val di Zoldo dal 1990 al 2005, Michelangelo offre il suo contributo alle nostre amate Penne Nere, come Redattore dell’Alpino Zodano. Numero unico annuale della rivista del Gruppo Alpini Val di Zoldo, che quest’anno ha compiuto il suo trentennale dalla prima pubblicazione. Anche l’attività di gelatiere di Michelangelo ha ricevuto un meritato riconoscimento. Nel 2008 è stato nominato Cavaliere del Lavoro dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e dal Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Michelangelo è pure Presidente della Famiglia Emigranti ed ex Emigranti, sezione locale dell’Associazione Bellunesi nel Mondo, fin dalla sua fondazione nel 2005. L’ultima pubblicazione di Michelangelo Corazza “Gelato e gelatieri della Val di Zoldo e Zoppè di Cadore” è un omaggio proprio all’attività dei gelatieri, che ha reso tanto onore in tutto il Mondo alle genti zoldane e cadorine. Attualmente Michelangelo è impegnato nella scrittura di un nuovo testo, che certamente ci svelerà nuovi ed inaspettati aspetti ed aneddoti della passata storia zoldana. Non vogliamo però anticipare alcunché, lasciando agli affezionati lettori ed ammiratori del nostro scrittore, la curiosità e l’attesa per questa sua nuova fatica letteraria, che certamente siamo sicuri otterrà un meritato successo.
Grazie Michelangelo Corazza!
Cronaca del libro “Gelato e gelatieri della Val di Zoldo e Zoppè di Cadore”.
L’attività del gelato artigianale, che ormai potremmo tranquillamente definire “arte”, da sempre ha caratterizzato operosità degli emigranti della Val di Zoldo e del Cadore. Michelangelo Corazza, vero cantore della storia della sua valle, ha dedicato il suo nuovo libro, proprio all’attività dei gelatieri zoldani e di Zoppè di Cadore. La sua ultima fatica letteraria si intitola “Gelato e gelatieri della Val di Zoldo e Zoppè di Cadore” grazie ad essa la produzione del nostro scrittore ha superato il traguardo dei quaranta titoli di pubblicazioni. L’attività del gelato storicamente è iniziata a fine ‘800 nella Vienna Asburgica per poi espandersi in Germania ed in altre parti d’Italia e dell’Europa. Il libro, intriso sempre del sentimentalismo e dell’amore di Michelangelo per la sua terra, ha però anche una forte connotazione storica, economia e scientifica. Per questo motivo la sua stesura è avvenuta a quattro mani. Michelangelo si è avvalso della collaborazione di una giovane professionista, la dottoressa Virna Grossi. Originaria della Val di Zoldo, ma risiedente a Treviso, Virna Grossi si è laureata nel 2018 all’Università di Cà Forscari di Venezia, con una tesi in marketing e comunicazione, sull’attività del gelato in Italia ed all’Estero, da parte dei gelatieri zoldani, cadorini e più in generale bellunesi e veneti. Un’opera letteraria unica, che unisce dati storici, economici e statistici ad una narrazione di vicende umane dei più importanti gelatieri e delle relative famiglie. Il libro è in vendita nelle edicole delle Val di Zoldo ed a Belluno, presso le librerie “Le due zitelle” e “Campedel”.
La presentazione del libro si è tenuta il giorno 27 Dicembre 2022, davanti ad un nutrito pubblico, che ha riempito la sala polifunzionale “A.Rizzardini”, a Fusine di Val di Zoldo. Hanno introdotto l’evento il Sindaco Camillo De Pellegrin e l’Avvocato On.Maurizio Paniz. Quest’ultimo ha esposto un’interessantissima trattazione storica sull’emigrazione bellunese, dalle Americhe fino alla Mitteleuropa. Nell’occasione è stata inaugurata anche la mostra pittorica dell’artista Roberto Bianchi, che è stata ammirata da un gran numero di persone, durante il periodo delle visite, concluso il 30 gennaio. Roberto Bianchi, originario di Cibiana di Cadore, è un artista di fama internazionale, assai apprezzato per i suoi quadri naturalistici e paesaggistici, caratterizzati da un realismo e da una precisione di carattere fotografico. Ovviamente tali opere pittoriche, parimenti i libri di Michelangelo, sono intrise del forte sentimentalismo ed amore che l’artista nutre per la natura ed i paesaggi della propria terra.
CHI ERA IVANO POCCHIESA
Giornalista dal 1977, iscritto all’albo dei pubblicisti del Veneto, documentarista e regista, aveva alle spalle una intensa attività iniziata giovanissimo nel campo del cinema, della fotografia, della radio e della televisione privata. Tra l’altro, nel 1963 fonda, assieme ad alcuni amici, il Cinefotoclub di Belluno, che presiede per dieci anni.
Nel 1974 è stato tra i fondatori della prima emittente radiotelevisiva della provincia di Belluno “Radio Teledolomiti” che ha diretto fino al 1986. Dal 1980 al 1995 dirige anche “Radio city Belluno”.
Parallelamente ha curato edizioni discografiche di audio e videocassette con i marchi “MD Communication” e “Belumat”.
Nel tempo, si è applicato alla produzione di decine di documentari radiofonici, televisivi e servizi speciali, anche con viaggi e soggiorni all’estero.
Collaboratore dal 1973 dell’Associazione Bellunesi nel Mondo, ripetutamente consigliere e membro del Consiglio esecutivo della stessa, nonché del Comitato di redazione della rivista mensile “Bellunesi nel Mondo” in qualità di vice direttore, ha trasfuso le sue esperienze specifiche vissute nel settore della emigrazione, dando l’avvio a una collana letteraria: “Personaggi” pubblicando quindi, come coautore e autore, sei volumi: “Piccole grandi storie di emigranti”, “Girolamo Segato esploratore ignoto”, “San Martino tra storia e leggenda”, “Gelato, mito e storia”, “Triveneto. Un mondo di bontà” e nel 2002, “Igne, Paese del Fuoco”.
Come membro dell’Associazione Bellunesi, inoltre, ha dedicato buona parte del suo tempo all’accoglimento e all’assistenza di emigranti (o loro discendenti) soprattutto giovani, che vengono in provincia di Belluno per motivi di studio o di lavoro.
In particolare, ha accompagnato e aiutato, sempre in forma volontaria, gruppi di nostri emigranti in visita alla propria terra.
Ha fatto conoscere alla nostra provincia varie comunità di discendenti bellunesi oltreoceano, di cui si ignorava l’esistenza e le ha messe in contatto con i luoghi di origine. Ha promosso e sostenuto iniziative di scambi sociali, culturali, economici tra le stesse (in particolare del Brasile e del Messico) e le istituzioni e le associazioni locali, il che ha dato luogo a proficui rapporti tra la provincia di Belluno e, ad esempio, gli Stati di Rio Grande do Sul e Santa Catarina, in Basile e lo Stato di Veracruz in Messico, nei quali, come noto, sono molto consistenti le comunità di origine italiana.
Negli ultimi anni ha profuso notevolmente impegno nella elaborazione di progetti culturali per gli emigranti all’estero, per conto dell’Associazione Bellunesi nel Mondo e con il supporto della Regione Veneto, coordinando una serie di trasferte di gruppi artistici in Brasile e Messico e anche di delegazioni per patti di gemellaggio, interscambi economici e vari.
Ultimamente ha accompagnato nostre delegazioni presso le comunità bellunesi e venete del Sudamerica, in particolare in Argentina, per esprimere loro , anche economicamente, solidarietà per la difficile situazione in cui vivono, conseguente alla crisi economica di quel Paese.
Dal 1990 al 1995 è stato responsabile dell’Ufficio stampa di Longarone Fiere Srl.
Era inserito in vari sodalizi con incarichi di responsabilità, tra cui il Rotary International, per il quale ha coordinato, nelle annate ’98-’99 e ’99-2000 il Bollettino del Distretto 2060 (Triveneto) e ha diretto il Bollettino mensile del Rotary Club di Feltre.
Ha fatto parte, tra l’altro, anche dell’Accademia italiana della cucina.
E’ stato direttore responsabile di varie testate giornalistiche come “Radio Company” e il “Corriere di Bilt” in provincia di Treviso e “Filò” in provincia di Belluno, magazine mensile di attualità e turismo.
Assieme a Gianni Secco ha fondato l’Associazione Culturale per la promozione della conoscenza e diffusione delle culture locali “Soraimar”.
Sempre per l’ABM ha collaborato alla realizzazione del documentario per il 45° “Una storia. Un progetto. Una terra” e prima che sopraggiungesse la malattia ha seguito l’elaborazione del MiM Belluno, il Museo interattivo delle Migrazioni.
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